Cani in posa: alla Reggia di Venaria, il cane nella storia dell’arte
La mostra “ Cani in posa ”, aperta fino al 10 febbraio alla Reggia di Venaria Reale (Torino), raccoglie le opere dei più importati musei italiani.
Attenti ai cani in posa
Chi non conosce il famosissimo mosaico con la scritta ”Cave canem” conservato al Museo Archeologico di Napoli? Fu ritrovato durante gli scavi archeologici dell’antica Pompei, nella casa di Orfeo, di epoca romana, sepolta durante l’eruzione del Vesuvio del ‘79. Il significato è quello classico e senza tempo di “Attenti al cane” che vediamo affisso anche oggi come cartello d’avvertimento all’ingresso di molte ville e abitazioni per scoraggiare l’accesso a ospiti non graditi, né tantomeno invitati. È solo uno dei simboli che erge il cane a miglior amico dell’uomo, miglior accompagnatore, miglior compagno di lavoro e di vita. Un capolavoro che potremo ammirare fino al 10 febbraio prossimo alla Reggia di Venaria, a Torino, nelle Sale delle Arti, in occasione della mostra “ Cani in posa. Dall’antichità ad oggi”. (informazioni sul sito della Reggia di Venaria).
Alla Reggia di Venaria, opere dai musei di tutto il mondo
Si tratta della prima grande esposizione in Italia sulla rappresentazione del cane nella storia dell’arte, con una raccolta di manufatti, sculture, dipinti, incisioni, disegni e fotografie, opera di specialisti animalisti e di alcuni fra i massimi artisti di tutti i tempi, dall’età classica ad oggi. Sarà l’occasione per ammirare, tutte in una volta, tante prestigiose opere provenienti dai più importanti musei nazionali e internazionali. Come i Musei Vaticani, gli Uffizi, la Reggia di Caserta, i Musei Civici di Trieste, il Palazzo Chigi di Ariccia, la Galleria Nazionale di Sofia, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano e il Museo Archeologico Antonio Salinas di Palermo.
Cani in posa dal Rinascimento a Keith Haring
Protagonista sempre lui, il cane. Interpretato da insigni artisti tra il Cinquecento e il Settecento, come Jacopo Bassano, Frans Snyders, Luca Giordano, Sebastiano Ricci, Giovan Battista Tiepolo, Antonio Canova. O da contemporanei come Carlo Carrà, Eliott Erwitt, Keith Haring e molti altri. La mostra, a cura di Francesco Petrucci, è organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e Glocal Project Consulting srl, e nasce da un’idea di Fulco Ruffo di Calabria.
Il cane protagonista
Ha come tema fisso la costante presenza del cane nell’universo figurativo occidentale. Nonostante sia stato per lo più un motivo accessorio nella pittura, questo compagno fedele dell’uomo si è guadagnato nel tempo una sua propria autonomia iconografica. Secondo solo alla figura umana, il cane è, infatti, l’animale più rappresentato nella storia dell’arte. A dimostrazione del profondo legame affettivo ed empatico che lo unisce all’uomo, travalicando spesso gli aspetti del decoro formale. La Venaria Reale di Torino, che fu per secoli il teatro di caccia dell’aristocrazia Sabauda, è certamente il luogo più appropriato per una mostra sull’iconografia canina.
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