Il vino primitivo di Vespa: eccellenza tutta italiana
Scrive di vino da più di trent’anni. Come dice lui stesso, non avrebbe mai pensato che sarebbe diventato produttore. Neanche noi, visto che lui in tivù non parla mai della sua azienda. Bruno Vespa è irreprensibile. Eppure il suo vino, per lo più Primitivo e Negramaro, sta facendo strada. Una cosa è certa, stando alla preparazione e alla serietà del noto personaggio, penna enologica da oltre un quarto di secolo, il suo spirito critico lo aiuta ad essere molto severo con i suoi vini e, come dice lui stesso, “il solo giudizio che conta è quello dei consumatori”. Per il Vespa “vignaiolo”, comunque, dobbiamo ancora aspettare un po’ di tempo. Forse poco, perché come lui stesso ha assicurato a Ville&Casali, “conto di diventarlo al più presto. Il fascino della campagna è enorme”.
Ma cominciamo dall’inizio, mettiamo da parte il Vespa giornalista e diamo spazio al Vespa produttore. “Nel 2011″, spiega, “alcuni amici ci hanno invitato a investire in una storica masseria pugliese. Abbiamo accettato, ma successivamente abbiamo deciso di procedere con una iniziativa autonoma della mia famiglia. È nata così Futura 14, in Puglia, a Manduria, ormai più conosciuta come Vespa, che dal 2014 ha messo in commercio i suoi primi vini con un successo, anche internazionale, che ci ha sorpreso”. Futura 14 ha come soci Bruno, Federico e Alessandro che progressivamente aiuteranno sempre più il padre nella conduzione dell’azienda.
Punti di forza primitivi
Uno dei segreti di questo successo? “L’amicizia personale con l’enologo Riccardo Cotarella, presidente dell’associazione mondiale di categoria e Marcello Zaccagnini, un grande vignaiolo abruzzese che mi ha messo a disposizione la sua rete vendita”, precisa il giornalista, scrittore e ora anche produttore. Quanto ai punti di forza dell’azienda, il rapporto tra qualità e prezzo è sempre l’arma vincente.
“Cotarella è un maestro riconosciuto della vinificazione”, continua Vespa, “il Primitivo è un vino che sta conquistando il pubblico internazionale. È molto eccitante avere come cliente potenziale il mondo, pur mantenendo i piedi rigorosamente per terra, perché i vini italiani buoni sono davvero tanti. E lo dico da giornalista…”. Sembra, tra l’altro, che Massimo D’Alema di recente abbia fatto una scenata di gelosia in pubblico perché teme che l’enologo Riccardo Cotarella si dedichi più alle bottiglie di Vespa che alle sue.
I vini, i gusti, la qualità
Con il Bianco dei Vespa, un Fiano Salento uscito a marzo di quest’anno, si completa la gamma dei prodotti, formata finora da tre rossi e uno spumante rosato metodo classico da uve Negramaro in purezza. I tre rossi sono Raccontami (Primitivo di Manduria riserva 2012), il Rosso dei Vespa, (Primitivo Salento 2013) e il Bruno dei Vespa (Rosso Puglia Igt 2013). Raccontami è presente in cinque degli otto ristoranti italiani che hanno avuto Tre Stelle Michelin e in alcune prestigiose tavole internazionali, da New York a Londra, a Tokyo. “Il Rosso è molto sensuale e accattivante. Il Bruno, ottimo vino da tutto pasto, ha il prezzo più basso perché ho voluto abbinare il mio nome a un vino alla portata di un pubblico molto vasto”. E ancora, sempre Vespa: “Lo spumante rosato (vintage 2010) si chiama Noitre perché mia moglie ha voluto dedicarlo a me e ai nostri due figli. È un vino che partendo dall’aperitivo può accompagnare un intero pasto. Gli esperti hanno riconosciuto a tutti i vini un eccellente rapporto tra qualità e prezzo”. La produzione annua? Circa 60mila bottiglie.
Riconoscimenti prestigiosi
Il Raccontami alla sua prima uscita ha avuto dalle guide tutti punteggi superiori a 90. Un bel 96 da Luca Maroni che lo ha definito uno dei migliori rossi italiani. Cinque Grappoli da Bibenda. Due Bicchieri Rossi dal Gambero Rosso (per cui è entrato in finale). Recensioni lusinghiere. Il vino di base in Norvegia ha conquistato la critica più autorevole.
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