La straordinaria produzione vinicola della Val d’Orcia
Ricchezza artistica e culturale si mescolano in un paesaggio senza eguali proprio nel cuore delle Terre di Siena. Folti boschi di querce, oliveti e vigneti riempiono le colline in cui si produce il celebre Brunello e altri vini squisiti della tradizione toscana. La Val d’Orcia è una zona in cui le caratteristiche naturali e la trasformazione apportata dall’uomo si legano creando paesaggi caratteristici e meravigliosi, al punto da far diventare quest’area Patrimonio dell’Unesco.
La struttura del territorio
Tra i colli di Radicofani e Sarteano, passa il fiume che ha dato il nome all’intera zona e scende sfiorando Pienza, San Quirico, Montalcino e Castiglione. Anche paesi come Bagno Vignoni e Bagni San Filippo ospitano fonti d’acqua termali che salgono proprio dal centro del vulcano e offrono, ormai da secoli, benessere e salute a cittadini e turisti, che arrivano qui da molto lontano per provarne i benefici.
Scrigno di paesaggi bellissimi, la Val d’Orcia è tra le aree più importanti e conosciute della zona limitrofa a Siena e dell’intera Toscana. Tra le colline passa la via Francigena, una strada tra le più importanti d’Europa per i fedeli, intorno alla quale, durante il periodo del Medioevo, sono sorte moltissime chiese e abbazie.
Enogastronomia
Questa zona della Toscana è conosciutissima anche per i sapori, accanto al Brunello e al Rosso di Montalcino e ad altri importanti vini, una delle eccellenze della Val d’Orcia è la produzione di ottimo olio, diversi generi di miele, formaggi, salumi e carne chianina.
Donatella Colombini, presidentessa di diverse associazioni vinicole e produttrice di grandi vini toscani spiega a Ville&Casali:
Dagli anni ’60 all’80 la Val d’Orcia ha assistito a un notevole flusso migratorio di pastori sardi che hanno comprato a poco i terreni aridi che solo loro sapevano coltivare, come le Crete Senesi. Il Brunello ha così potuto avvantaggiarsi dell’estrema facilità a investire in casali e poderi abbandonati. Noi, invece, abbiamo raggiunto il milione di presenze turistiche l’anno (dato 2015) e altrettanti visitatori giornalieri nell’area della Doc Orcia (i cinque comuni del Parco della Val d’Orcia più gli otto intorno). E ancora: il 65 per cento delle cantine ha un agriturismo o un ristorante. Ecco perché abbiamo coniato lo slogan, Orcia, il vino più bello del mondo.
Non a caso la richiesta di investimenti è in aumento da parte di aziende vitivinicole, in particolar modo da fondi esteri e banche d’affari.
La Doc Orcia è una denominazione nata nel 2000, ottenuta da uve rosse con circa il 60% di Sangiovese e Orcia con minimo il 90% di questo vitigno, che al suo interno comprende varietà di Bianco, Rosato e Vin Santo. Il vino viene prodotto in dodici comuni nella parte meridionale della Toscana, partendo da Buonconvento, passando per Castiglione, Pienza, San Quirico d’Orcia, proseguendo poi per Moltalcino, Sartaeno e Torrita di Siena.
Eccellenze del territorio
Vi sono due aziende in particolare che fanno davvero la differenze su questo territorio.
La prima è Podere Forte. Si estende per circa 168 ettari nel comune di Castiglione d’Orcia e comprende 19 ettari di viti e altri 12 in produzione, ben 23 ettari di oliveti, 70 boschivi e i restanti dedicati a pascoli, allevamenti e giardini. La cantina, in particolare, è davvero unica nel suo genere: edificata su cinque piani, permette la gestione dei flussi per gravità attraverso dei pozzetti che collegano tra loro i vari livelli. I vini prodotti sono tre, il metodo di produzione utilizzato non prevede l’uso pompe, permettendo alle uve, ai mosti e al vino di scivolare direttamente verso l’imbottigliamento. Quasi la metà della produzione di questa cantina è destinata al mercato nazionale, mentre il resto viene esportato.
La seconda è Poggio Antico, azienda importante della Val d’Orcia, presenta ettari di terreno, di cui più di 32 di vigneti ed è tra le aziende vitivinicole più importanti per quanto riguarda il Brunello di Montalcino. È stata acquistata da un gruppo d’investimenti belga, specializzata nel settore dell’energia e del gas e Francesco Marone Cinzano, produttore di uno dei vini più gettonati del mondo, annuncia la prima annata 2013 di Brunello biologico che verrà venduta a partire dal 2 gennaio del prossimo anno. Insieme a questa dichiarazione ne arriva subito un’altra: la produzione di un sigaro toscano da tabacco biologico da abbinare a due grappe aromatiche distillate. Inoltre, ora che il comune di San Giovanni d’Asso si è fuso con quello di Montalcino, il famoso produttore mira a promuovere anche la produzione di tartufo e a Ville&Casali, conclude:
Entrambi sono ricchi di tartufaie, e questo è, fra l’altro, uno dei maggiori indici di salubrità del territorio.
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