Turismo in Ogliastra: dove si vive più a lungo
È uno dei quattro territori al mondo con il più alto tasso di centenari, forse per questo motivo e per la bellezza dei paesaggi, il turismo in Ogliastra sta avendo un buon momento.
In Ogliastra si vive di più e con una qualità eccellente, dove l’andamento imperativo del tempo è lento, lento, lento. Un aspetto che, con la complicità della bellezza del paesaggio, ha dato il via a una vera e propria scoperta del territorio che, nella sua estensione, vanta mare e montagne, 23 comuni per una superficie totale di 1.854 chilometri quadrati, una popolazione di oltre 57mila abitanti.
Questo interesse turistico ha fatto germogliare anche un timido aumento del mercato immobiliare ad opera di turisti dell’Italia settentrionale e, soprattutto, nordeuropei (ma anche americani e australiani) che amano le vacanze attive, scandite da trekking e lunghe escursioni per le quali l’Ogliastra è un ottimo teatro d’azione, per certi versi unico.
“La mia terra”, dice l’architetto Bastiano Salaris, 65 anni, tra i pionieri dell’area, “ha tutto ciò che il Creato s’è inventato. La bellezza prima di tutto, un patrimonio – quest’ultimo – salvaguardato dal relativo isolamento per il quale il territorio è stato ignorato dai grandi flussi turistici che, invece, hanno letteralmente assaltato altri luoghi dell’isola. Qui un aeroporto c’è, ma non è operativo da circa 10 anni, se funzionasse renderebbe la zona facile da raggiungere, garantirebbe una propulsione seria allo sviluppo delle visite e degli investimenti”.
Il settore ricettivo, che solo durante l’estate conosce il periodo felice, è in costante aumento anche in relazione al nuovo piano delle destinazioni alternative che l’Ente Regione sta diffondendo con opportuni focus e campagne di promozione sotto l’efficace claim: Sardegna, l’isola senza confini.
Per scovare i progetti più rappresentativi del territorio occorre restare sulla costa dove, inevitabilmente, c’è gran parte dell’offerta vacanziera, ma senza dimenticare lo sviluppo del turismo in Ogliastra.
In fase di progettazione, i lavori inizieranno il prossimo anno, è l’ambizioso Progetto di Turismo Integrato Jana che, già vincitore di un Hospitality Award, prevede – su oltre 171mila metri quadrati – un grande investimento e sviluppo con residence, multiproprietà, condotel e, soprattutto, un borgo artigianale con ben 50 laboratori di produzione e vendita con abitazione annessa.
Un’opera firmata dallo stesso Salaris e da un altro architetto che dell’Ogliastra ha fatto una fortissima fonte di ispirazione: Massimo Pisu, noto come Mimmo.
A volerlo il Gruppo Mazzella noto per l’Arbatax Park Resort Sardinia, all’interno del quale sono stati ricostruiti piccoli borghi con materiali e stilemi tradizionali, Cala Moresca tra tutti.
“Un progetto come questo”, dice l’imprenditrice Angela Scanu, “recupera il passato e con un pizzico di creatività, come la più rappresentativa delle nostre artiste ogliastrine, Maria Lai, lo proietta verso il futuro tessendo bellezza da condividere. D’altronde Jana, come tutte le strutture del Gruppo Mazzella, narrano storie di integrazione, interazione e proiezione verso lo sviluppo di questo territorio al quale teniamo tantissimo rispettando la sua integrità”.
Pisu, invece, 65 anni, un tifoso dell’architettura rurale isolana, crede molto al binomio uomo-territorio nelle loro assolute specificità ed essenze.
“L’Ogliastra, per quanto se ne dica, è un territorio straordinariamente vergine. Il processo di alterazione dei tessuti urbani, avuto soprattutto nell’entroterra, va letto secondo le esigenze del tempo in cui è avvenuto quando gli ogliastrini, i sardi tutti, vivevano il cambiamento, la proiezione verso un futuro meno povero, con una nuova dimensione – per certi versi ostentazione – dei volumi delle geometrie e delle materie, cemento in primis. Tuttavia l’autentico architettonico che è rimasto, i borghi vecchi di Gairo e Osini sono due esempi, deve essere un indicatore di come riconvertire gli ultimi decenni di edilizia selvaggia a nuova bellezza”.
Nonostante la forza espressiva del territorio, con natura forte e storia sciorinata continuamente dai tanti siti archeologici spettacolari, i borghi dell’entroterra compromessi meritano interventi come è stato fatto a Baunei.
Qui l’ingegnere Gualtiero Cualbu ha dato vita a Dòmmoso, un albergo diffuso con 10 abitazioni, originarie dell’Ottocento, recuperate nei minimi particolari, finanche negli arredi, dall’architetto Gianluca Pignataro.
In straordinaria posizione panoramica sulla piana di Tortolì, l’abitato propone i palazzetti “a torre” in pietra calcarea e la chiesa di San Nicola del XVII secolo con all’interno i bei leoni marmorei e un dipinto della circoncisione di Gesù firmato dal noto pittore ogliastrino Lusso del XVII secolo.
A due passi si visita anche il Museo Storico Etnografico e lo stesso centro è anche il punto di partenza per una serie di itinerari che puntano sul mare dove si visitano le località di Pedra Longa – un immenso monolito calcareo – e Santa Maria Navarrese con la torre costiera del XVI secolo, la chiesetta dell’Assunta e il possente olivastro millenario.
Testi e foto di Carlos Solito
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