Sculture di cani in branco di Velasco Vitali
Da oltre quindici anni Velasco Vitali ha scelto di realizzare sculture di cani. Li modella e li assembla con i materiali più svariati: cemento, catrame, lamiera, piombo, bronzo. Siamo andati a trovarlo nel suo studio-laboratorio di Milano, punto di riferimento delle sue suggestive creazioni.
“ARTISTA-ABUSIVO”
Ma perché queste materie “prime” così inconsuete? Velasco, 55 anni, ha iniziato con i materiali dell’abusivismo edilizio, “perché”, spiega a Ville&Casali, “se l’abuso dal punto di vista della costruzione delle case, è perseguibile, nell’arte, invece, è un vantaggio, nutre la fantasia e l’ispirazione. Abusare di un pensiero o di un materiale significa sperimentare nuove idee e nuovi materiali”. Quella di Velasco, dunque, non è una formazione accademica, ma “abusiva”, come le sue sculture, come i suoi cani e la sua stessa forma mentis.
La forza del branco
Punto di riferimento iniziale e fondamentale della sua produzione di figure canine è il branco di cani. “È una metafora di una civiltà: a ognuno di quei randagi ho dato il nome di una città ‘fantasma’, di un luogo che è stato abbandonato”. Per l’artista ogni cane è il risultato di un mix di razze, ognuno rafforza la propria capacità di sopravvivere grazie al branco, in qualsiasi luogo e momento. Tutti i cani sono rappresentati a grandezza naturale, realistici, come la vita umana e animale.
Le posture sono incongrue, forzate, a volte innaturali, quasi a voler significare l’inadeguatezza dell’animale in questa società, che poi, fondamentalmente, è anche quella di noi umani. “Credo che la condizione dei cani sia molto simile alla nostra, semmai noi fingiamo di essere migliori”, commenta Velasco.
Sculture di cani, una passione
Slanciati e con orecchie grandi e cadenti, i suoi quattro zampe assomigliano a dei Bracchi, comunque a cani da caccia. Anche se l’ispirazione del Velasco è e resta concentrata sui cani randagi e liberi. Quattro zampe accovacciati, in piedi, sdraiati, che si voltano da un lato o guardano in basso o in alto, che camminano sbilenchi, con le zampe piegate e le code allungate o ripiegate. Non si vedono, però, mai cani che corrono o in atteggiamento aggressivo, semmai rassegnati, sbandati e senza punti di riferimento.
Tempi di realizzazione
Ognuna delle opere ha una “gestazione” compresa tra venti e trenta giorni, che sia ferro, bronzo, lamiera o cemento.
Chi fosse interessato può contattare Velasco tramite il sito internet. Ognuno di questi “pezzi di branco” costa dai 15mila ai 25mila euro.
Asia, il suo Weimaraner
Velasco abita con uno splendido Weimaraner di dieci anni, di nome Asia, anche se ha scelto Cristina (sua moglie) come “capo-branco”. Ma il fatto che le sue creazioni somiglino a dei Bracchi o a cani da caccia è solo una coincidenza: Asia è arrivata dopo le sue prime opere canine. E poi le ispirazioni del Velasco riconducono a cani randagi. “Se sembrano dei Bracchi”, spiega l’artista, “forse è perché il Bracco ha una sua esclusiva signorilità, nel mondo canino occupa un ruolo privilegiato”.
La tecnica di Velasco
Ma in cosa consiste il processo di creazione di un’opera? Velasco, che ha esposto le sue opere a New York, Los Angeles, Bruxelles e Londra, solo per citare alcuni esempi, realizza a memoria un bozzetto su carta, dimensionando le misure del cane e la postura, inventa la posa. Poi esegue la scultura in ferro, costruendo prima un telaio-scheletro, successivamente rivestito in lamiera, cemento o catrame. Mentre il procedimento in bronzo lo esegue in fonderia con la tecnica “a cera persa”, alla fine colorato con le acidature.
Il film con le sculture
È possibile vedere come nascono le “creature” di Velasco dal film “Il gesto delle mani” del regista Francesco Clerici (lo scultore Giacomo Manzù diceva che la scultura è il gesto della mano, un gesto d’amore), di recente proiettato alla National Gallery di Washington, all’inizio di marzo, in occasione di una collaterale alla mostra sul bronzo ellenistico, in corso in questi mesi negli States (su youtube c’è “un assaggio” col trailer). Il film segue il processo di creazione di una scultura di Velasco Vitali dalla cera al bronzo smaltato, alla Fonderia Artistica Battaglia di Milano.
“Può essere letta in chiave didattica, su come si realizza una fusione in bronzo a cera persa”, suggerisce l’artista, “oppure come ‘buco della serratura’ attraverso il quale guardare la storia dei miei cani: da una realizzazione in bronzo, ad esempio, si scopre che dietro c’è un branco e un mondo di significati”.
di MARIA PAOLA GIANNI
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