Prosecco Adami: il valore oltre il nome
Correva l’anno 1920 quando Abele Adami acquistò il primo vigneto. Un vigneto molto particolare, sito in una zona altamente vocata dal punto di vista viticolo e disposto ad anfiteatro. Quel vigneto doveva rappresentare il punto di partenza dal quale ricominciare insieme al figlio Adriano dopo le sofferenze della guerra. Nacque così il Prosecco di Adami e attualmente non solo il legame tra la famiglia e il vino non è mai venuto meno, ma qual vecchio vigneto (le prime tracce certe risalgono al 1717) dà vita all’etichetta più rappresentativa di Adami, il Prosecco Superiore Dry Vigneto Giardino. Già, perché quel terreno d’eccezione, tutto piantato con uve Glera (o Prosecco), oggi è stato battezzato così proprio a sottolinearne il valore intrinseco e la cura con cui la famiglia Adami lo conduce.
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Sono i fratelli Armando e Franco Adami, enologi di formazione, a portare avanti con ancor più passione l’azienda vitivinicola di famiglia, avendo avuto l’intelligenza di ammodernare senza venir meno un solo istante alla tradizione secolare della Marca Trevigiana. Il risultato è un team motivato e appassionato, che crea la qualità in vigna, la rispetta in cantina pur sperimentando, offre un servizio attento al mercato nel proporre una gamma di Prosecco di altissimo valore con tutte e otto le etichette, autentici simboli della continuità culturale tra passato e presente, ma anche del Made in Italy di successo finanche nell’enologia.
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