Michele Bönan: qualità come cifra stilistica
“L’obiettivo di ogni progetto che affronto è quello di dare vita ad un luogo speciale, un condensato di meraviglie.
Spesso questo obiettivo si traduce nella rielaborazione di linguaggi stilistici diversificati nell’intento di creare un unicum in cui ogni dettaglio, ogni forma e ogni accenno tonale partecipi alla creazione di un insieme coerente e armonioso. Non esiste un unico stile, il mio lavoro possiede un filo conduttore ben preciso ma ogni volta parto da presupposti e cardini diversi, ispirati dal luogo, dal momento e dalle persone che ho di fronte. Il mio universo di riferimenti è vasto e variegato, dal modernismo degli anni ’30 alle pure simmetrie senza tempo di Palladio, dalle morfologie razionaliste alla libertà compositiva di Oscar Niemayer passando per grandi maestri come Michelucci e Carlo Scarpa fino alla versatilità di Hubert de Givenchy”: così l’architetto fiorentino Michele Bönan descrive i cardini del proprio stile progettuale, reso ancora più chiaro nel nuovo volume “Michele Bönan, The Gentleman of Style” (introduzione di Cesare Cunaccia, fotografie di Massimo Listri, edizione Assouline).
Michele Bönan: progetti come sceneggiature
Qual è il percorso progettuale seguito dall’architetto? “Ogni avventura progettuale è come la sceneggiatura di un film con il suo plot e la sua dinamica narrativa in cui si fondono pathos, spirito e un tocco di lieve ironia. Il mio approccio concettuale è connotato da un imprinting ottocentesco, rivolto a quell’osmosi tra vari ambiti espressivi e artistici, alla fusione dell’idioma architettonico con le arti della pittura e della scultura, a quell’epoca in cui il progettista-architetto curava ogni aspetto. Passo quindi rapidamente dall’elaborazione concettuale iniziale all’analisi dei materiali e alla cura meticolosa di ogni dettaglio, impiegando le più accurate prassi artigianali”. Un percorso legato anche alla città d’origine dell’architetto, Firenze. “Firenze, la mia città, è un luogo per me di grande ispirazione, un libro aperto da cui trarre quotidianamente insegnamenti e suggestioni e dove si trova una qualità artigianale, un’eccellenza, praticamente unica al mondo. Da qui, il comune denominatore tra i miei progetti non può che essere uno soltanto: qualità. Dalle fasi progettuali fino al più insignificante dettaglio, tutto viene curato con la massima attenzione nella ricerca incessante di una soglia qualitativa virtuosistica e artigianale”.
Qualità e stile: i marchi di fabrica
Tutti i progetti di Michele Bönan portano, dunque, il suo marchio di fabbrica – armonia, coerenza e un tocco di lieve ironia. L’architetto non progetta solo residenze private, da Los Angeles a Londra passando per Hong Kong, ma anche negozi, alberghi, tra i più recenti ci sono il JK Place a Roma, il Portrait suite a Roma e l’hotel Marquis a Parigi, e ancora motoscafi e barche a vela, mobili, lampade e tappeti, tutte creazioni che arricchiscono la sua opera e in cui la sua nota cifra stilistica è sempre identificabile.
A cura di Antonia Solari ® RIPRODUZIONE RISERVATA
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