Corsica, cuore del Mar Mediterraneo
Il Mediterraneo è un mare piccolo se paragonato agli oceani, ma grande, vario, assurdo di paesaggi diversi, difficili da immaginare. Lo giuro! Un viaggio per vederli tutti, impossibile.
Un’isola che recita un’antologia del Mediterraneo? Esiste, si chiama Corsica. Tutto ciò che trovi in giro per il mare nostrum, qui c’è e con espressioni superlative.
Baie, trasparenze, scogliere, città d’arte, borghi di pescatori, vestigia del passato. C’è tutto, e tutto sembra che ci sia per omaggiare l’impertinente bellezza.
D’altronde, com’è noto, questa è l’Ile de Beauté. Basta leggere la mitica frase di Balzac: “Isola francese che si scalda al sole d’Italia”, per capire che in Corsica si approda soprattutto per il mare.
E quanto ce n’è, dal dito di Cap Corse alle scogliere di Capo Pertusato. Da nord a sud i chilometri di costa sono 1200 e solo 300 indossano veli di sabbie finissime, solo 300 sono spiagge.
Per scoprire la Corsica puntiamo nel sud dell’isola dove ci si ritrova a essere ladri, si ruba con gli occhi.
Ovunque tappeti di macchia mediterranea, granito tornito dai venti, bianche falesie fittamente stratificate sopra un mare blu cobalto.
La bella delle belle della Corsica: Bonifacio
Caratterizzata dall’incessante soffio delle Bocche, Bonifacio, è la cosiddetta Gibilterra còrsa che fronteggia i flutti di un Tirreno capriccioso oltre il quale, appena 12 chilometri, c’è la Sardegna.
Fondata nell’828 dal marchese di Toscana Bonifacio, al quale si deve il nome, la storia della città, dopo una breve parentesi pisana, è strettamente legata alla repubblica marinara di Genova di cui divenne una fedele roccaforte a partire dal 1187.
E il ricordo genovese, oltre che nel dialetto locale, si apprezza soprattutto nella veste architettonica del centro urbano, tra i più belli dell’intero Mediterraneo.
Due sono i quartieri principali di Bonifacio tra i quali conviene articolare una visita per le emergenze monumentali e le viuzze zeppe di negozi e atelier dove dedicarsi allo shopping.
Si parte quindi dalla Marina, in fondo allo spettacolare fiordo nel quale si trova il porto turistico e di pesca. Tra caffè, ristoranti tipici e alberghi esclusivi, si segue subito il lungomare Quai Jérome Comparetti dove si deve necessariamente sostare alla chiesa di Saint Erasme, patrono dei pescatori, eretta nel XIII secolo ai piedi del monte Rastello.
Nei pressi merita una visita anche l’Aquarium che, all’interno di una cavità naturale scavata nel calcare, mostra esemplari della fauna marina tipica della Corsica attraverso un percorso a tappe scandito da tredici grandi vasche nelle quali sono ricostruiti i vari habitat marini.
Dalla Marina, salendo prima per la scalinata U Rastillu e poi con quella di San Rocco, si raggiunge la città Alta racchiusa da spesse mura punteggiate da bastioni.
Si accede dalla porta di Gênes, costruita alla ne del XVI secolo, e appena dopo la place d’Armes si entra nel bastione dell’Etendard, del 1488, che ospita un piccolo museo sulla storia della città.
Chi ama le belle viste farà bene ad allungarsi alle vicine places du Marché e de la Manichella affacciate sulle Bocche e sulla vicina Sardegna.
Attraverso la rue des Deux Empereurs, dove vi soggiornarono Carlo V (nel 1541) e Napoleone I (nel 1793), il tour prosegue alla chiesa romanica di Sainte Marie Majeure. Nonostante i diversi rimaneggiamenti, è il monumento più antico della città con un bel campanile del XV secolo e un interno a tre navate che ospita un sarcofago romano, un tabernacolo marmoreo del 1465 e l’altare maggiore altrettanto in marmo.
Di fronte all’edificio sacro merita una sortita la maison des Podestas e, poco più in là, prendendo rue Doria, la chiesa settecentesca di Saint Jean Baptiste.
Più a ovest Bonifacio mette in mostra il ore all’occhiello dell’intero centro storico: la Cittadella costruita dai genovesi nei secoli XIII e XIV.
Si punta subito alla chiesa di Saint Dominique in stile gotico, tra i pochi presenti nell’intera isola, arricchita da un altare in marmi policromi, di un pulpito di pregevole fattezza e di due grandi gruppi lignei.
A due passi si imboccano i 187 gradini della famosa scala del Roi d’Aragon che secondo la leggenda sarebbero stati scavati dai soldati del re d’Aragona, appunto, in una notte d’assedio del 1420.
All’estremità occidentale del promontorio, coperto ovunque da macchia mediterranea, vicino alla chiesa di Saint François (altro gioiello gotico), si visita prima il cimitero marino con colorate cappelle funerarie e cripte.
Qualche passo più in là il belvedere sulle scogliere, le Bocche, capo Pertusato e la costa sarda.
A cura di Carlos Solito
Foto prese da Shutterstock
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