Brunello Biondi Santi: come riconoscere l’originale
Visto l’elevato valore dei Brunello Biondi Santi, anche queste preziose bottiglie sono purtroppo a rischio contraffazione. Quindi, nel caso queste non siano acquistate direttamente al Greppo, è bene ricordare che:
– tutte le bottiglie hanno il vetro marchiato BS a partire dal 1972;
– le bottiglie sono sempre e tutte numerate: dal 1993 il numero è apposto alla lunetta sul collo e reca la dicitura Annata o Riserva. Eccezioni: le vendemmie, di tipo Annata, 1955-1959 e le 1964-1969, che avevano il solo anno in uno stemmino a “fagiolo” sul collo della bottiglia;
– l’indicazione della Riserva è immutata;
– le bottiglie ricolmate hanno un certificato numerato e firmato dal titolare;
– dal 1945 al 1960, l’etichetta recava in primo piano la scritta Brunello, successivamente è stato privilegiato il nome di famiglia Biondi Santi;
– Franco Biondi Santi conserva tutte le bottiglie senza etichetta e capsula (anche in modo da controllare lo stato del tappo). Di conseguenza, queste bottiglie di recente acquisto sono “vestite” come le attuali, ma, ovviamente, con il millesimo giusto della vendemmia;
– Il Brunello non è stato prodotto nelle seguenti annate: 1960, 1962, 1965, 1972, 1976, 1984, 1989, 1992, 2002; nelle ultime tre elencate è stato classificato come Rosso di Montalcino Fascia Rossa;
– La Riserva non è stata altresì prodotta nelle annate: 1963, 1966, 1973, 1974, 1978, 1979, 1980, 1986, 1991, 1994, 1996, 2000 e 2003;
– Biondi Santi è entrato nel Consorzio del Brunello solo nel 2005.
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