Vitra: l’azienda tedesca che ha insegnato il design
Questa storia parte negli anni del secondo dopoguerra, quando due americani, entrambi architetti, Cahrles e Ray Eames, decisero di aiutare un commerciante di mobili di origine tedesca. La collaborazione li portò a disegnare e in seguito, produrre, capolavori per l’interior design, che risultano tutt’oggi molto attuali.
La storia e lo sviluppo dell’azienda
Nel 1950, Willi Fehlbaum, un falegname tedesco residente a pochi chilometri oltre il confine della Germania, gestiva un modesto negozio di mobili di Basilea. La sua idea era di realizzare e vendere complementi per il design degli interni che fosse di qualità, impiegando solo materiali innovativi come la plastica, il vetro e la bachelite, sostituendoli al più tradizionale legno; sfortunatamente questo progetto non si sposava con le risorse economiche e i materiali di cui disponeva all’epoca. Fu per questa ragione che il signor Fehelbaum decise di rivolgersi a due architetti che in America avevano già dato prova di grande talento già dagli anni Trenta e che si erano conquistati una solida fama tra gli operatori del settore degli arredamenti d’interni. I due interior designer, uniti sia nella vita coniugale che in quella lavorativa, davano vita ai propri progetti nello studio di proprietà nel Minneapolis e si trovarono molto presto coinvolti nel vortice di idee ed entusiasmo del signor Willi Fehlbaum, la cui intuizione di coinvolgerli comportò una significativa e radicale svolta per la sua carriera e per la vita.
Il falegname tedesco, con una mente da commerciale, mise sul tavolo le esigenze di una nuova società mondiale, che si stava sviluppando nel periodo di pieno boom economico, diede così vita alla Vitra. Il primo stabilimento, a Weil am Rhein, divenne presto l’azienda tra le più conosciute al mondo e si affermò in fretta, raccogliendo addirittura consensi e riconoscimenti da parte di Musei e Fondazioni sparse praticamente in tutto il mondo.
Per fortificare i procedimenti progettuali ai due coniugi Eames, si aggiunse l’architetto George Nelson e con il passare del tempo la produzione aziendale si popolò sempre più frequentemente di nomi celebri, tra cui:
- Mario Bellini;
- Philippe Starck;
- Antonio Citterio;
- Franck Gehry;
- Jasper Morrison;
- Verner Panton.
Nonostante tutto, comunque, a dare la vera spinta decisiva alla Vitra fu un fatto doloroso, accaduto in modo quasi rocambolesco, che generò nuovo interesse nei confronti dell’azienda e destò curiosità verso questa sterminata produzione di oggetti di design e complementi d’arredo per gli interni.
Le collaborazioni con i designer di tutto il mondo
Accadde che nel 1981 tutti gli stabilimenti della Vitra in Germania furono distrutti da un indomabile incendio, questo comportò la convocazione di Nicholas Grimshaw a cui venne richiesto di progettare una nuova fabbrica, che avesse una spettacolare e audace Hall, fatta totalmente in alluminio che in pochissimo tempo divenne di fatto operativa. In seconda battuta toccò ad Alvaro Siza, il quale sviluppò uno stabilimento attiguo al primo che seguiva canoni totalmente differenti da quello di Grimshaw, poi fu il turno del canadese Franck Gehery, che nel 1989 realizzò un terzo elemento della fabbrica. La famiglia di Fehlbaum rimase talmente colpita dalla bellezza di quest’ultima costruzione che chiese all’architetto di progettare il “Vitra Design Museum”, destinato a ospitare la propria collezione privata di mobili, in continua crescita.
Nel 1993 l’architetto iracheno Zaha Hadid, scomparsa di recente, aggiunse una caserma di vigili del fuoco, mentre il giapponese Tadao Ando realizzò un meraviglioso padiglione per le conferenze, che determinò il suo battesimo lavorativo in Europa e che divenne una pietra miliare di architettura industriale. Ogni anno migliaia di turisti e appassionati di architettura si recano in questa azienda, ritenuta il quartier generale tedesco del design in cui si trova la Cupola Geodedica, costruita nel 1975 da un altro professionista dell’architettura, Fuller Buckminster e Istallata poi a Weil am Rein nel 2000, adibita a mostre ed eventi.
Per chi si reca in auto alla Vitra è imperdibile una sosta presso la Stazione di Servizio interna al polo produttivo, disegnata da Jean Prouvè, designer francese, chiamato di recente proprio per completare la factory in Germania.
La formidabile produzione della Vitra
L’incredibile storia e la realtà della Vitra l’ha resa produttrice non solo di raffinati oggetti per la casa e per l’ufficio, ma un luogo da visitare nelle sue mille e affascinanti sfaccettature. Un posto in cui è importante lasciarsi rapire dalle diversità degli stili interpretativi dei diversi architetti coinvolti nella ristrutturazione successiva all’incendio e che hanno contribuito fortemente a imprimere un marchio indelebile ed eterno a una fabbrica di mobili e complementi d’arredo di design unica al mondo. Un parco architettonico in continua evoluzione imperdibile per tutti gli amanti dell’architettura, in cui si svolgono mostre temporanee di importanti artisti e grandi manifestazioni culturali.
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