Un collage perfetto ad Umbertide

di Redazione Ville&Casali

Il suggestivo complesso della Chiesa del Carmine

La gente del luogo dice che c’è qualcosa di magico in questo sito. Un prete, qualche tempo fa, sosteneva che ci fosse una specie di energia positiva negli ambienti della Chiesa del Carmine, ad Umbertide.

Un luogo protetto, certamente, ma anche divertente visto che la chiesa è stata usata anche come una sala da ballo durante gli anni ’60. “A conferma di questa aura magica, posso affermare con sicurezza di non aver mai lavorato prima in un ambiente così armonico e con persone così disponibili”, afferma l’architetto Irma de Arrascaeta, di studioA, che ha ristrutturato questa interessante costruzione acquistata nel 2009 da una coppia di inglesi profondamente amanti e conoscitori dell’Umbria. “La struttura”, continua l’architetto, “ha una forte personalità che ha toccato l’anima dei miei clienti, sulla quale abbiamo lavorato per conservarla, sottolineando la sensazione del sacro, del silenzio, la ricchezza dell’austerità, la bellezza delle scelte elementari”.

Il progetto, largamente discusso anche con la Soprintendenza dei Beni Culturali di Perugia, ha riguardato il restauro della struttura storica e il suo riutilizzo come country house. Una famosa attrice cinematografica ha detto: “Tante ore d’intenso lavoro di maquillage sono necessarie, per creare un vero look acqua e sapone”. Il restauro della chiesa è stato esattamente così. “La nostra intenzione”, afferma ancora Irma, “è stata quella di ripristinare l’identità originaria del luogo. A volte si decide di compiere un’azione intrusiva, utilizzando un materiale moderno o un intervento di alta tecnologia per ricreare lo spirito originale. La nostra sfida è stata quella di rimanere un passo indietro. Lasciare l’edificio e l’ambiente parlare la propria lingua”.

 

L’insieme è composto da due edifici separati da un suggestivo cortile. Da un lato, c’è la cappella, che ospita la zona giorno e quella di rappresentanza; dall’altra, la casa rurale destinata alla zona notte. Questi due edifici sono stati integrati da 100 mq di nuova volumetria, perfettamente integrata sia dal punto di vista architettonico che materiale. Questo ha permesso di creare alcune comode camere ensuite e altri spazi ad uso comune, come la sala TV.

Dal cortile si accede in una hall a doppia altezza, dove si sviluppa una scala in pietra a sbalzo e una balconata che poggia su un corridoio di volte a crociera, realizzate alla vecchia maniera con mattoni di riuso, che contrasta con la balaustra volutamente essenziale in ferro e vetro. “Abbiamo utilizzato soprattutto materiali antichi di diversa provenienza”, dice ancora l’architetto. “Il momento in cui si inizia con la demolizione e il recupero dei materiali mi è sempre apparso molto eccitante. È il momento delle grandi scoperte, in cui vedono nuovamente la luce tutte le cose che erano state sepolte per anni, come le belle nicchie chiuse, le porte, gli archi, insomma, tutti i segni di vite precedenti”. Si sono così realizzati importanti lavori di consolidamento strutturale, usando tecniche e materiali compatibili con la natura storica dell’edificio.

La country house che fa parte di un’azienda agricola di 300 ettari, affidata a Chrissie Todd e David Lang, è dotata anche di un bellissimo giardino, arredato con graziose pergole e fontane di pietra antica, e di una piscina spettacolare. Qui si producono anche tartufi, vino e olio d’oliva di qualità. “Il mio punto di vista preferito”, conclude l’architetto, “è quello situato sulla collina di fronte. Da questo particolare angolo sono più evidenti la ricchezza volumetrica, le diverse parti della costruzione, la trasformazione organica che si integra perfettamente con l’ultima, la nostra”.

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