Un attico a Firenze: vista su Giotto e i tetti
Un attico a Firenze, una gemma nel cuore più autentico della città è stata riportata all’originario splendore grazie al minuzioso progetto di recupero curato dall’architetto Valerio Alecci, che ha conferito all’abitazione un’atmosfera unica, ricca e raffinata, con un tocco di tecnologia.
Una gemma nel cuore di Firenze
Così l’architetto Alecci racconta a Ville&Casali l’incontro con la proprietà e la nascita dell’idea progettuale: “La proprietaria, Else Berman, aveva da poco acquistato con il marito Martin, ideatore e capo di un’azienda leader mondiale con il proprio quartier generale ad Hong Kong, un attico sui lungarni fiorentini. Ricordo il giorno del nostro incontro e la splendida giornata di sole.
L’appartamento era a pochi passi dalla torre di San Niccolò, con ingresso proprio dalla strada che segue il passo del fiume in quel tratto. Entrando nell’appartamento, al quarto ed ultimo piano, notai immediatamente come la luce che pervadeva energicamente l’ambiente esterno si era totalmente dissolta in pochi attimi. L’appartamento era buio e in uno stato di grande degrado, piccolo e mal organizzato.”
Riportare alla luce lo splendore
“…Ebbi conferma che l’immobile non era mai stato ristrutturato dalle sue origini, risalenti alla fine dell’Ottocento. A parte la posizione strategica, non capii perché questa signora così distinta avesse acquistato un appartamento simile; poi, nel giro di qualche minuto, i miei dubbi svanirono.
Mi condusse, attraverso una piccola scala a chiocciola polverosa ed insicura, al piano soffitta, ove vi era una specie di magazzino e, in fondo, una piccola porticina in ferro che conduceva al paradiso! Una vista mozzafiato di Firenze e di tutti i suoi monumenti, una di quelle viste che credo possano cambiare il senso ed il corso di una giornata.
Sedotto dallo spettacolo meraviglioso, accettai l’incarico e compresi che tutto il progetto doveva ruotare intorno a quella terrazza, che sarebbe dovuta diventare parte integrante della casa, non una semplice appendice. Tutto avrebbe dovuto rappresentare la preparazione, l’attesa, per quella vista impagabile!”.
Richieste e progetti per un attico a Firenze
Le richieste della proprietà erano quelle di avere una cucina più grande, tre camere da letto al posto dell’unica esistente, quattro bagni al posto dell’unico esistente, un piccolo spazio dove esporre le bottiglie di vino rigorosamente italiano, un’ampia zona conversazione dove intrattenere gli amici.
Grande attenzione andava prestata anche al comfort termico ed acustico. Non volevano nessuna tv, solo libri ed arte per riempire le giornate fiorentine. Sulla loro idea di progetto e su cosa si aspettassero dal lavoro dell’architetto, Else e Martin tengono a precisare che “desideravamo entrambi che l’appartamento fosse rinnovato seguendo i dettami dei canoni fiorentini di bellezza”.
E così è stato. Prosegue Alecci: “Romanticismo e tradizione, questo accostamento pervade tutti gli spazi interni, la scelta dei materiali, il disegno di ogni elemento, dalla grande alla piccola scala, dagli armadi ai letti, alle porte, alle maniglie.
Tutto è stato realizzato nelle botteghe artigiane fiorentine, come un tempo. L’idea fondante, con le colleghe Simona Gamba, Lucia Lai ed Alda Manfredi, che hanno partecipato al progetto, è stata infatti quella di ricreare l’atmosfera che pervade, da sempre, le dimore storiche poste lungo l’Arno, nel centro della città”.
Minuzioso e accurato
Un lavoro accurato e minuzioso, dunque, durato due anni, “durante i quali”, prosegue l’architetto, “abbiamo studiato ogni angolo, ogni piccolo spazio a disposizione, per ottenere il massimo risultato. Else e Martin hanno seguito tutte le fasi dell’evoluzione progettuale, dimostrando uno spiccato senso del gusto per tutto ciò che è autentico.
Oggi la disposizione degli ambienti è completamente mutata rispetto alla condizione originaria, proprio al fine di soddisfare le richieste della proprietà. La cucina è comoda ed accogliente, un ampio disimpegno è diventato la seconda camera da letto ed il piccolo spazio che ospitava la scala a chiocciola per accedere al sottotetto/ deposito è diventato una cabina armadio.
Il sottotetto è stato ampliato inglobando una finestra che si apre al livello del pavimento ed attraverso la quale si può osservare lo scorrere del fiume sorseggiando un ottimo vino comodamente seduti. Poi, verso l’interno, il piano soffitta entra preponderante nell’appartamento, divenendo un affaccio vetrato sul sottostante soggiorno e dal quale si scorge già, sul fronte opposto, la vista rasserenante del verde della collina contrapposta a quella caotica della città.
Al fine di sfruttare tutto lo spazio disponibile, in tutti gli ambienti è stato rimosso il controsoffitto lasciando a vista il tetto ordito alla fiorentina, con travi in legno, travicelli e pianelle in cotto usurate dal tempo. Queste ultime sono state ripulite a mano e reimpiegate nella posizione originaria. Alla terrazza sul tetto si accede tramite una scala, comoda e rettilinea, che parte dalla sala principale, ad indicarne l’importanza e ad invogliarne il passo.
Lungo la salita sono disposte nicchie illuminate, in cui sono collocati libri d’epoca e sculture di pregio, che introducono ai monumenti di Firenze che si possono ammirare dalla terrazza”. Come era naturale, “grande cura è stata rivolta al recupero dei materiali e delle tecniche esecutive”, spiega l’architetto, “infatti il pavimento è in legno di quercia, recuperato e restaurato, ed è impiegato in tutto l’appartamento tranne la cucina, dove sono riproposte delle pianelle in cotto esagonali, anche queste di recupero.
Materiali tradizionali e tocchi artistici
Materiali tradizionali, dicevamo. Ecco il marmo di Carrara ed altre pietre locali nei bagni ed in cucina a costituire il top di un vecchio banco riadattato a contenere gli elettrodomenstici. Un’atmosfera calda ed accogliente, scandita da elementi classicheggianti che emergono da una base fatta di colori smorzati accostati, saltuariamente, a quelli primari.
La collezione di capitelli greco-romani, accostati ad un camino in pietra di Borgogna, ci permette infine di superare i precedenti limiti spazio temporali proiettandoci in una bellezza non più regionale ma universale”. Ma vi sono altri due aspetti che caratterizzano fortemente il lavoro progettuale, ovvero il comfort e la sicurezza. Il controllo e la gestione degli impianti è totalmente affidato ad un sistema di domotica che consente, da touch panel installato a parete o direttamente dal cellulare o tablet, la gestione del clima, della diffusione sonora e dell’illuminazione.
Rinascita alla luce
La luce può essere modulata a seconda dei momenti e passare dalle penombre smorzate al chiarore abbagliante. Infine, la sicurezza. Sicurezza dell’abitare, in primis dal punto di vista sismico. L’attico a Firenze è stato riparato e migliorato sismicamente.
Sono state inserite nuove travi lignee, trattate dai restauratori di Controvena Restauri al fine di renderle invecchiate e simili a quelle esistenti.
“Sono stati inseriti cordoli in cemento armato di coronamento e le pareti in falso”, prosegue l’architetto, “individuate nel corso dei lavori, sono state smontate e rimontate nella medesima posizione, ma su travi in acciaio ancorate a scaricare sulle murature portanti, liberando così dal loro peso gli antichi solai. Questi sono stati consolidati con le più moderne tecniche al fine di assolvere, seppure siano in legno, alla funzione di piano rigido. Tutte le murature lesionate sono state consolidate con la tecnica del cuci-scuci. Strati coibenti e pannelli per l’isolamento acustico sono stati applicati alle pareti al fine di produrre il miglior comfort termoacustico raggiungibile in un immobile storico, in muratura, come quello in oggetto”.
A cura di ANTONIA SOLARI
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