Toni delicati in una casa colonica rurale marchigiana
Anche le nuvole qui sembrano più belle; ricamate, dipinte da una mano esperta che gioca con la luce forte e decisa della campagna marchigiana, a due passi da Camerano. Si specchiano, civettuole, nella grande piscina di fronte alla casa e cingono in un abbraccio infinito la natura esuberante e ricca di numerose specie floreali.
“Casa di campagna…”, così è scritto sui cancelli d’ingresso alla residenza della famiglia Babini, originariamente nata come casa colonica rurale, attorno agli anni ’70, destinata a essere una semplice dimora estiva.
La casa colonica ha subìto un primo intervento manutentivo a metà degli anni ’80, quando i proprietari, trascinati dalla passione per l’equitazione, hanno dato vita, nei terreni circostanti, ad una piccola scuderia per accogliere i propri cavalli. I successivi interventi avevano, però, snaturato la natura stessa della residenza, trasformandola in un’immagine forte ed elegante, ma al contempo non legata alla tradizione, alle forme e ai materiali della zona.
Con la nascita dei figli Federica e Giammarco, i proprietari decisero di modernizzare gli spazi e si rivolsero all’architetto Barbara Serrani, legata a loro da rapporti di amicizia che, insieme alla collega Sara Donzelli, ha riorganizzato ed ampliato la residenza.
Il progetto pertanto nasce dalla collaborazione tra l’architetto e la proprietà, un rapporto che partendo dalla profonda conoscenza delle abitudini e dello stile di vita della famiglia, ha voluto dare una nuova anima alla casa colonica rurale, rendendola al contempo elegante ma discreta, ricca nella sua essenzialità, funzionale ed estremamente vivibile nella quotidianità ma allo stesso modo in grado di accogliere amici e parenti.
Per la nuova distribuzione degli spazi, l’architetto Serrani ha sfruttato i quattro livelli esistenti sfalsati della casa (aggiungendone un quinto), ma ha completamente rivoluzionato il concept distributivo e logistico della stessa. Infatti, lungo il naturale asse visivo che collega il salone di rappresentanza posto sul piano dell’ingresso principale con la zona giorno, è stato ricavato, da un locale lavanderia, il vano scala che mette in relazione, con estrema semplicità e funzionalità, la zona giorno e la zona notte, posta ai piani superiori.
L’architetto ha quindi voluto creare, in sintonia con le esigenze dei proprietari, due zone funzionali, tra piano terra e piano rialzato, due saloni: uno di rappresentanza, con l’ingresso principale, suddiviso a sua volta in due ambienti attraverso un camino centrale che è stato ricavato dove un tempo vi erano una serie di archi; l’altro salone, ad un livello inferiore, che affaccia sulla piscina e sull’ampio pergolato esterno.
Un fluire di spazi tra interno ed esterno caratterizza gli ambienti, dove tagli di luce e finestre che incorniciano scorci di giardino si armonizzano alla perfezione: il salone invernale, dove il camino fa da protagonista e il salone estivo, con il pergolato che corre ad elle su due lati dell’abitazione.
Un altro ambiente importante, cuore della casa colonica rurale e, al contempo, collegamento tra salone e pergolato, è la cucina, con la parte interna che si affaccia discretamente sul salone e con quella esterna che diviene cornice di un angolo del pergolato esterno.
Ai piani superiori, trovano spazio due ampie camere, una degli ospiti e una padronale, con annessi bagni e cabine armadio. Salendo ancora di due mezzi piani ci sono le camere dei ragazzi, anch’esse con bagni privati e zona armadio. Un terrazzo si apre tra le due camere enfatizzando ancora quel rapporto continuo tra interno ed esterno.
Anche gli arredi interni e la scelta dei materiali utilizzati sono il frutto di una stretta collaborazione tra Cristina, la proprietaria, l’architetto Serrani, che ha anche disegnato le porte, la scala e i bagni, e lo studio d’interni Schiavoni, di Ancona.
In particolare, al design estremamente pulito e moderno delle porte in ferro effetto “corten”, delle finiture dell’ascensore, della scala con balaustra in vetro, delle librerie e del camino, si affianca il gusto quasi retrò di particolari di vecchi arredi di pregio elegantemente reinseriti per dare quel calore e quella familiarità tanto ricercata e voluta dalla signora Cristina.
Sono soprattutto i tessuti, i cuscini, i tendaggi e altri oggetti ancora, creati dallo stilista Alan Kleve per Cantori, a fornire un decisivo tocco di raffinatezza agli ambienti in generale e al salotto che si affaccia sul portico, in particolare. Anche i materiali utilizzati creano un elegante continuum tra interno ed esterno, una naturale sensazione di coinvolgimento sensoriale scaturita dalla luce che crea tagli prospettici dove l’esterno penetra con colori e materiali e si interscambia con l’interno.
Il travertino spazzolato e anticato utilizzato in tutti i pavimenti della zona giorno trova continuità all’esterno; ritroviamo, infatti, questo nobile materiale sabbiato e stuccato su tutti i camminamenti esterni della casa colonica rurale e come pavimentazione del pergolato, fino ad entrare all’interno delle scale della piscina.
Di Aldo Mazzolani
Foto di Margherita Del Piano
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