Ristrutturazione di una mansarda in un palazzo storico
Siamo nella centrale piazza Vittorio Emanuele II a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, dove uno storico edificio, risultato di distinti episodi costruttivi succeduti in epoche diverse, è stato di recente protagonista di un progetto che ha visto la ristrutturazione di una mansarda. L’edificio è a pianta rettangolare allungata e si sviluppa su tre livelli, costituendo la quinta edilizia che delimita ad ovest la piazza del paese.
Una storia di molte trasformazioni
Molte e documentate sono le trasformazioni e gli ampliamenti a cui è stato sottoposto, in particolare a seguito dei danneggiamenti conseguenti ai conflitti bellici del primo ‘900. L’attuale organizzazione degli spazi e le caratteristiche decorazioni dei paramenti a trompe-l’oeil sono la conseguenza dei rimaneggiamenti eseguiti nel decennio 1920–1930. L’antico impianto, presumibilmente del Settecento, era destinato ad ospitare l’albergo “alla Stella d’Oro”; nel 1926, dopo uno dei primi interventi di recupero, è stato trasformato nella sede della Cassa di Risparmio della Marca Trevigiana.
Nel 2005 l’edificio è stato oggetto di un altro e radicale intervento di ristrutturazione con destinazione mista: commerciale al piano terra, residenziale e direzionale ai piani superiori. In questo contesto, nel 2013, si è intervenuti per ricavare un appartamento negli ampi spazi mansardati del sottotetto, caratterizzati dalla complessa articolazione delle originali strutture lignee.
Ristrutturazione di una mansarda: un progetto di recupero
Il progetto tende a recuperare l’antico impianto architettonico mortificato da interventi incongrui, valorizzando le peculiarità costruttive e formali originali, e a coniugare le nuove esigenze dell’abitare contemporaneo.
L’intervento ha seguito due direttrici: rimuovere gli strati e le finiture dell’ultimo restauro per recuperare il carattere originale degli ambienti e rispondere alle nuove necessità funzionali – distributive con soluzioni concepite come reversibili e formalmente distinte dal contesto.
La scelta progettuale individua nell’impiego di materiali contemporanei come acciaio, vetro e resine, declinati nelle tonalità del bianco, la nuova gerarchia compositiva, che assicura valore e autonomia all’insieme residenziale.
Valorizzazione stilistica e architettonica
Il risultato è una valorizzazione dell’ampia bifora in pietra e della struttura del tetto, di grande valore grazie al recupero e alla riqualificazione delle originali soluzioni tecniche di carpenteria, come gli incastri a “dardo di giove” e le capriate composte.
La radicale distinzione, ma anche la necessaria complementarietà, tra antico e nuovo, appare con evidenza nelle strutture centinate di collegamento su più livelli dei soppalchi.
Contribuiscono a raggiungere l’obiettivo progettuale i serramenti integrati e complanari al muro, con telai a scomparsa e senza cornici; la pavimentazione monolitica in grassello di calce e resina traslucida; i paramenti ad intonaco rasati a calce bianca opalescenti.
A cura di PAOLA ADDIS
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