La casa dell’equilibrio perfetto
A Roma, nel quartiere Parioli a pochi passi dalla galleria d’arte moderna e da Villa Borghese, in un elegante edificio anni ’30 l’architetto Emanuela Esposito ha progettato e arredato una dimora eclettica e cosmopolita. Ispirato all’antico simbolo del PI, il cerchio sacro, o cerchio della vita, il concept ne esalta il significato di completezza, creando attraverso un carattere stilistico forte, una linea immaginaria, un filo conduttore unico, le cui estremità si ricongiungono.
Filosofia e design di classe
“Tutto è partito dalla scultura del sacro cerchio“, spiega l’architetto, “che ha un grande significato per i proprietari. Mi hanno quindi chiesto di sviluppare la proposta progettuale intorno ad esso. Si tratta del cerchio sacro all’interno del quale avviene la grande trasformazione che permette, secondo la cultura del confucianesimo e del Taoismo, all’universo e all’uomo di esistere”. Il progetto della casa è, quindi, concettualmente circolare. Ecco, allora che la cucina, anima centrale di una luogo felice e magico, diventa lo spazio di ricongiunzione, in un percorso ideale che parte dall’ingresso, si sviluppa nei saloni e nella zona notte e si completa di nuovo in cucina. Rigorosa e al tempo stesso funzionale, la cucina di Varenna si contrappone all’eterea poesia della foto di Matthijs Smilde.
Materiati ed armonia
L’utilizzo della forza del ferro per la realizzazione delle grandi aperture di passaggio tra i due saloni accentua la verticalità e l’altezza dei soffitti di 4 metri, contrapponendosi alla sensualità della rosa rossa di Massimo Catalani, ritratta dietro i divani.
Tutto, dunque, è studiato per trasmettere questo senso di completezza ed armonia. Ecco, allora, che i divani Megara di Driade, i due mobili contenitore Mida di Maxalto in rovere e lacca arancio, si sposano sapientemente con oggetti di recupero, come la lampada di Marcel Breuer, che fu esposta all’Exposition de Paris 1925. Un tocco di colore è anche offerto dalle eleganti poltrone Lisa in velluto ciliegia, di Driade. Le lame lignee attraverso le quali si scorgono le sculture di Sebastian Matta e il pensatore in bronzo di Meggie Bang creano suggestioni, incrementano quella magica alchimia che deve scaturire da un buon progetto. Si tratta di porte in ferro e legno, in rovere ed ebano, realizzate su disegno dell’architetto.
Gli ambienti comunicano emozioni
“Amo creare degli spazi che riescano a trasmettere passioni, emozioni con un’anima sensuale”, afferma l’architetto Esposito, “in questo progetto ogni minimo dettaglio è stato studiato in modo minuzioso, inseguendo questo ideale di perfezione tipicamente orientale“. La luce, protagonista indiretta, l’utilizzo di materali caldi, come il parquet in rovere sabbiato e freddi, quali ferro e vetro, guida dunque in un percorso colto e raffinato tra arte moderna e citazioni classiche. “Volevo trasmettere un’idea di rigore e calore allo stesso tempo”, prosegue l’architetto Esposito, “per questo la scelta dei materiali è stata particolarmente importante. Il parquet in rovere, ad esempio, è stato disegnato da me sia nel decoro a spina che negli esagoni e poi realizzato da un artigiano. Anche il ferro e la pietra sono materiali naturali, che presentano texture particolari. Alla semplicità della linee, dunque, fa da contrappunto la ricchezza del decoro, dei complementi, dei pezzi d’arte“.
Morbidezza e rigore liberty
Nel continuo dialogo, la morbidezza del camino di marmo in stile liberty, si contrappone alla rigorosa biblioteca disegnata dall’architetto e realizzata interamente in ferro. E’ stata studiata non solo per accogliere centinaia di volumi e opere d’arte, ma anche come “stargate” per accedere alla parte più privata della casa, la zona notte, attraverso una porta ben mimetizzata.
Il quadro blu sopra al camino è di Isabella Vismara Traglio. L’abitazione, che si sviluppa su 400 mq, si completa con la stanza da letto padronale, due stanze per gli ospiti e una palestra, che ospita anch’essa alcune opere d’arte, in un continuum ideale con la filosofia del concept.
Testo di FRANCESCA PIERPAOLI foto di MORENO MAGGI
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