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Un restauro d’eccezione in mezzo agli ulivi

di Redazione Ville&Casali

Dimora storica
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Inserito in un fondo coltivato ad uliveto, si trova un edificio che gode di un panorama a 360°, dai colli di Asolo e Monfumo verso sud, fino al massiccio del Monte Grappa a nord-ovest. E’ in questo contesto che l’architetto Nadia Barisan e il suo staff hanno compiuto una mirabile opera di ristrutturazione di un casale che sorge sulle rovine di una casa colonica di fine ‘800.

Stesso involucro, interni rinati

Dell’antica abitazione è stato riproposto, inalterato nella forma, l’involucro edilizio. Internamente la distribuzione è stata rivista per sfruttare al meglio la potenzialità degli spazi; gli ambienti ricavati sono ampi e luminosi e le grandi aperture mettono in diretto rapporto gli spazi interni con quelli esterni garantendo un continuum visivo con il paesaggio circostante. Nel portico ad ovest, chiuso con delle vetrate, è stata ricavata un’ampia zona pranzo utilizzabile durante tutto il periodo dell’anno: in inverno il locale funziona anche da serra bioclimatica, mentre in estate, grazie all’apertura completa dei serramenti, può essere fruito come un vero e proprio portico. Ma sotto alla “pelle antica” l’edificio nasconde un’anima moderna: strutture in acciaio, efficienza energetica dell’involucro edilizio, impianti all’avanguardia. All’esterno la zona ingresso è sottolineata da un portico rientrante. Questo spazio funziona da vero e proprio snodo distributivo degli interni perché su di esso si aprono tutti gli ambienti della casa.

Legno antico e colori naturali

Dal punto di vista della percezione materica esso può essere il metro di misura per capire lo spirito con cui si è intervenuti nell’edificio: soffitto e travature in legno antico lasciato al naturale; una superficie a marmorino di colore neutro che ricopre le pareti; le porte interne sono antiche porte di recupero restaurate e messe in opera senza cornice lignea. Ma ciò che caratterizza e impreziosisce l’ambiente è un’antica scala in Verdello, di fattura settecentesca. I pochi mobili presenti sono mobili di antiquariato di arte povera. Dall’ingresso si passa alla cucina, un grande ambiente con molte finestre che affacciano sia a sud che a nord. Esso è caratterizzato dal pavimento antico in pietra nei colori tenui del rosa e dal solaio in legno di recupero: questi due elementi legano matericamente tutti gli ambienti del piano terra, ad esclusione del soggiorno. Alle pareti una fascia basamentale color grigio richiama il colore dei mobili. Realizzata ad isola, su disegno, la cucina è in legno massello spazzolato colorata a mano in grigio perla con pomoli in porcellana e piano in Biancone. Una vecchia credenza a cassettoni mostra ancora i segni della sua originaria collocazione nella cucina di una trattoria: dietro ai vetri della piattiera, aggiunti in fase di restauro del mobile, ci sono ancora i segni delle puntine con cui venivano attaccati gli ordini degli avventori.

Si pranza nell’antico portico

L’attigua zona pranzo è stata ricavata nel portico ad ovest dell’abitazione. Chiusa da vetrate in corten è probabilmente il fulcro della casa, sia per il suo carattere di convivialità che per il panorama che riserva. Anche qui gli arredi antichi di arte povera sottolineano la ruralità degli ambienti: un bancone da macellaio in rovere, un mobile proveniente da una vecchia bottega di campagna con cassettoni vetrati per far vedere le merci contenute, solitamente semi e farine, il grande tavolo bicolore attorniato dalle sedie in stile Thonet di pregevole fattura che riprendono cromaticamente i colori del tavolo. Il grande camino angolare, su disegno, con cappa in ferro arrugginito completa l’arredamento. Dall’ingresso, attraverso una grande apertura, si giunge anche al soggiorno. Qui sono i colori coloniali e la luce gli elementi progettuali che la fanno da padrone.

Ricavato dal sedime di quella che in origine era la stalla, l’ambiente viene riproposto planimetricamente come era, mantenendo anche la quota di pavimento originaria, più bassa rispetto agli altri ambienti dell’abitazione. Le travature in legno naturale lasciano il posto ad una scialbatura bianca che vuole ricreare la tintura a calce che si usava dare nelle case coloniche per sanificare gli ambienti. Una parete color tabacco, esaltata dal bianco del soffitto, divide il soggiorno dallo studio. Su di essa risalta un antico camino in pietra di Vicenza proposto in versione bifacciale, con apertura sia verso il soggiorno che verso lo studio, ove si trova una grande libreria, realizzata su disegno, che chiude la parete di fondo e nasconde la porta di collegamento con il garage.

Camere con temi cromatici

Salendo le due rampe della scala antica in Verdello, si arriva alla zona notte composta da due camere per gli ospiti, ciascuna con relativo bagno e dalla zona notte padronale. Ogni camera ha una propria caratteristica cromatica che la distingue e la caratterizza. Un lampadario in filo di ferro realizzato a mano illumina il vano scala. La finalità del progetto è stata quella di ottenere un’abitazione accogliente attraverso l’uso dei materiali da costruzione e di finitura, dove solo pochi arredi di arte povera, tipici delle case coloniche, hanno completato la calda atmosfera degli ambienti.

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