Lusso discreto nel nuovo hotel
Sant’Efisio – una figura avvolta dalla leggenda – martire nelle terribili persecuzioni anticristiane promosse dall’imperatore Diocleziano, venerato da allora in una chiesina posta sull’arenile, a breve distanza dall’antica città romana di Nora. Efisio, secondo la tradizione, proveniva dalla città siriana di Antiochia – oggi in Turchia, inviato in Sardegna per combattere i cristiani si convertì alla nuova religione e fu condannato a morte per tradimento. Da allora e senza sosta la figura di questo santo venuto da un mare lontano viene associata in Sardegna alla liberazione di quanto di male viene dal mare: le epidemie nel medioevo e nell’età barocca, le bombe francesi nel corso delle guerre napoleoniche, i raid aerei nell’ultimo conflitto mondiale. Un chiaroscuro di bene da accogliere e di male da cui difendersi che è la cifra del rapporto fra i cagliaritani e il mare.
La struttura ricettiva descritta in queste pagine, dedicata a questa figura così amata – affettuosamente chiamata, nel dialetto locale, Sant’Efis – dà forma architettonica a questo rapporto osmotico fra tradizione e novità, terra e mare, vicino e lontano. L’hotel Sant’Efis sorge a meno di un chilometro dalla chiesetta dedicata al santo e dalla incantevole area archeologica di Nora.
La struttura preesistente all’intervento è articolata in un semplice fabbricato a C chiuso sul quarto lato da un porticato coperto.
L’aspetto esterno dell’hotel è dominato da una fitta vegetazione subtropicale basata sulla macchia mediterranea arricchita da palme da cocco, banani e piante fiorite.
Le facciate dell’hotel hanno un gusto coloniale, in particolare quella rivolta verso il grande solarium, le piscine e la spiaggia.
Questa facciata, movimentata da un sistema di copertura a otto falde parallele, organizzate da quattro timpani, ciascuno dotato di rosone, si articola in un complesso gioco di aggetti così da fare spazio a porticati in legno sostenuti da colonne in granito giallo San Giacomo e terrazze elegantemente delimitate da parapetti in ferro decorato a losanghe. Il colore bianco, i rosoni di sapore quasi marocchino, le pareti rifinite a calce parlano chiara e nitida l’antica lingua architettonica del Mediterraneo. Le nuove pavimentazioni degli esterni sono basate su un disegno che con chiarezza e gusto delimita e definisce le differenti funzioni: sampietrini di pietra naturale chiara per i vialetti carrabili, sampietrini di pietra naturale scura per gli stalli di sosta, travertino disposto a opus incertum negli spazi interni-esterni di ristorazione e riposo, cemento resinato e decorato per l’ingresso al parco e i vialetti pedonali.
La scelta dei motivi decorativi dei vialetti non è casuale: il getto di calcestruzzo resinato, lavorato a intarsi a forma di spirali, evocatrici del moto delle correnti marine, della forma delle conchiglie.
La spirale, simbolo di vita, è un segno di dinamismo, continuità ciclica, di sviluppo ed espansione. Il passaggio dal parco al patio è contrassegnato da una piccola struttura, quasi a simboleggiare l’accesso a un tempietto, sostenuta da colonne doriche in granito giallo San Giacomo e sormontata da una copertura a capriate in legno sbiancato e tegole in cotto.
Nelle immediate vicinanze la pavimentazione a spirali e due grandi portavasi decorati a losanghe. Un altro simbolo forte: la losanga, nata dall’incrocio fra una cuspide e una V, è il segno archetipo del principio maschile, la lancia; il suo uguale opposto, è invece l’archetipo del principio femminile, il calice. Per questa ragione la losanga, simbolo di fusione fra principio maschile e principio femminile è quindi evocatrice di vita, di pienezza.
L’ingresso all’albergo è ingegnosamente articolato in tre parti. Lo spazio check-in, un porticato di collegamento e una ampia zona relax. La reception è in diretta comunicazione anche con la piscina termale consentendo un accesso diretto anche a clienti esterni all’albergo. Il locale ricevimento è impreziosito da un lucernario a forma di cupola ribassata che illumina un articolato gioco di superfici e decorazioni: i pavimenti in grès con finitura terracotta, la parete verso il portico rivestita a opus incertum in granito giallo San Giacomo, quella verso l’area termale, dominata da un’ampia vetrata, semplicemente intonacata e quella di fondo, alle spalle del banco di accettazione, impostata su un rigoroso rivestimento in travertino impreziosito dal logo aziendale basato su un gioco di spirali. Il banco d’accettazione è decorato da una pannello lavorato secondo un motivo ispirato ai tappeti tradizionali sardi incorniciato da una struttura in legno naturale nella stessa essenza e finitura dell’architrave della parete sinistra.
Superato il porticato di collegamento ci si trova nella doppia lobby, adibita a zona relax, suddivisa in una porzione aperta, ombreggiata da un pergolato leggero e da una zona chiusa, in forte e mutua continuità. In entrambi gli spazi tutto è improntato al relax e all’essenzialità. La copertura in travi incrociate di legno sbiancato conferisce allo spazio calore visivo e acustico. Un delicato filtro ottenuto da un’intersezione di archi diritti e rovesci separa la lobby dalle scale che portano al piano superiore. Un ulteriore livello di traforo è ottenuto sia sul filtro verso la scala – tramite un rosone – sia sulle pareti esterne, tramite delle finestre fisse a forma di pentagono irregolare.
Gli arredi rispondono anch’essi ai medesimi dettami di semplicità: imbottiti chiari dalle linee essenziali, lampade (che riprendono il tema del rosone) e soprammobili di colore bianco. La scala per il piano superiore è delimitata da un parapetto in ferro battuto lavorato a losanghe.
Nella porzione esterna della lobby, per compensare l’impatto visivo delle colonne doriche e del pavimento in travertino, la linea degli arredi si fa più complessa, più ricca. A fare da elemento di continuità fra le due zone le appliques in terracotta smaltata, a forma di tegola traforata. Autentico gioiello della corona degli spazi di ristorazione è l’american bar, incentrato sul grande bancone rivestito in grès ispirato ai decori delle cementine tradizionali sapientemente incorniciati dal legno naturale e dal travertino in una armoniosa sinfonia di materiali e finiture.
La ricettività è articolata in quarantacinque camere di cui quattro ad accessibilità migliorata per la clientela diversamente abile e tre suites suddivise in junior suite, family suite e suite reale. Tutte le stanze al piano terreno sono dotate di giardino privato o di giardino-solarium e tutte quelle al piano superiore si affacciano su una veranda privata. Tutte le suites sono dotate di salottino e terrazza.
La suite reale e la junior suite hanno inoltre un’ampia vasca da bagno, la suite reale in aggiunta ha una cabina armadio e una minipiscina idromassaggio. La family suite non ha vasca da bagno ma, tenendo conto delle esigenze delle famiglie in vacanza, ha una grande cabina armadio e può essere integrata da una camera per ragazzi dotata di letti gemelli, bagno privato e un’ulteriore cabina armadio.
La camera per ragazzi, in alternativa, può essere posta in comunicazione con la suite reale. Tutte le camere e le suites sono pavimentate in grés a formati misti, color grigio caldo, della serie Sant’Efis realizzata ad hoc su richiesta dello studio Dal Molin dal Gruppo Romani Ceramiche. L’alternanza di tessiture e di decori crea un effetto quasi tessile senza sacrificare le caratteristiche di igiene e resistenza che rendono il grès particolarmente indicato per una struttura così vicina al mare.
I bagni, impreziositi dai rivestimenti in pietra naturale e in grès decorato Tagina sono un esempio di eleganza e funzionalità. L’apparato decorativo delle camere è stato elaborato per evocare un clima rilassato ed elegante. Per questo sono state selezionate sfumature di colore prese dalla palette del tortora, del bruno, del grigio e del bianco caldo. Le appliques in ferro battuto con paralume in cotto invetriato, realizzate da artigiani locali su disegno di Mario Dal Molin, sono smaltate in un colore bruno intonato con il resto dei dettagli.
Gli arredi delle suites, selezionati dalla serie swing di Ethimo aggiungono una La forma del pentagono, già osservata nella lobby, ricompare nelle camere da letto nei trafori di alcuni elementi strutturali e nelle testiere dei letti. In questo caso la foratura lascia trasparire un rivestimento tessile ispirato alla tradizione sarda reinventata dalla textile designer Mariantonia Urru insieme a Mario Dal Molin.
Sempre alla tradizione locale si ispirano le porte, realizzate in legno su disegno dello studio, i cui intagli riproducono i simboli già visti in altri dettagli del progetto: il rosone, la losanga, il fiore.
Gli elementi strutturali e di partizione sono sottoposti a un raffinato gioco di trafori e di ribaltamenti così nel setto di separazione fra le scale e la lobby ai convenzionali archi a tutto sesto si associano degli archi rovesci risultando una sorta di trina, leggera ed efficace al tempo stesso.
Una analoga operazione, unendo esigenze funzionali e formali, viene svolta sulle testiere dei letti che si piegano, si deformano e si traforano lasciando trasparire il rivestimento in tessuto sardo. Gli ampi spazi esterni sono stati disegnati con una cura pari agli interni se non addirittura superiore.
L’american bar, i caffè, i ristoranti, gli spazi relax sono integrati da una articolata corolla di spazi di servizio, terrazze e giardini. La struttura include un tratto di spiaggia privata, accuratamente allestita con arredi e ombrelloni prodotti da EMU e dall’Ombrellificio Crema.
Alla spiaggia si aggiunge un complesso di piscine straordinariamente ricco e differenziato. Oltre alla piscina termale a idromassaggio, posta in posizione protetta al centro del patio, altre due vasche completano l’offerta del resort: una da 215 mq posta al centro di una zona solarium, arredata con chaises longues e leggermente ombreggiata da palme di alto fusto e una da 150 mq circondata da una zona relax arredata da letti da esterni. Tutte le piscine sono dotate di vasca con basso fondale per i bambini. In un contesto come quello di Nora, celebre per le sue Thermae decorate a mosaico, il confronto con la civiltà romana è imprescindibile. Nelle antiche città romane tutto era opulenta raffinatezza e anche le città direttamente affacciate sul mare non rinunciavano a nulla, moltiplicando il rapporto con l’acqua con terme e fontane. Così in questo progetto le vasche termali, le cupole trasparenti, le pareti traforate, le vasche a idromassaggio, le piscine, la spiaggia, tutto parla di acqua e di cielo. Acqua e cielo riquadrati da una cornice resa essenziale ed elegante da un progetto raffinatamente accurato.
Consulta la scheda dell’architetto Dal Molin
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