L’anima classica di una villa moderna
Progettata dall’architetto Stefano Dorata con la collaborazione del figlio Michelangelo per una giovane coppia
Sarà pure, ormai, un luogo comune, ma la metafora colpisce sempre. Le case, l’architettura, sono la storia di un architetto, visitarle è un po’ come leggere il suo diario, come ascoltare una confessione. Si dirà che questo vale per ogni arte e per qualsiasi artista, ma in architettura vale un po’di più. “A differenza della pittura che è retta da un sovrano individualismo anche quando è eseguita su commissione, l’architettura, infatti – dice Nicoletta Del Buono nel libro Case by Stefano Dorata – è un’opera anche sociale: si nutre del mondo che le sta intorno e lo influenza, deve confrontarsi con gli umori e le attese della società, deve perfino prefigurare il proprio ruolo in un ipotetico domani.
È la misura massima dell’hybris (oltre c’è solo la vana e perniciosa superbia) e il limite della nostra capacità di dominare l’imprevisto”. La casa, l’involucro e più ancora il contenuto, rappresentano insomma un’idea, la sua evoluzione, le conseguenze, anche la sua critica…
Articolo pubblicato su Ville&Casali di Aprile 2023
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