Cantine del Notaio: le gemme del vulcano
A Rionero, sulle pendici dell’antichissimo vulcano del monte Vulture, ha sede una delle aziende vitivinicole più note della Basilicata: Cantine del Notaio. Poco fuori l’abitato c’è il nuovo, bellissimo complesso aziendale ma, per l’affinamento in legno dei vini di maggior pregio, ci si sposta nella storica sede dentro il paese, nelle vecchie cantine scavate nel tufo intorno al XVII secolo e affacciate su una piazzetta sotto il livello stradale detta “facìle”. L’azienda vitivinicola è stata fondata nel 1998 ed è tuttora guidata da Gerardo Giuratrabocchetti, autentico libro vivente della storia della sua terra, delle sue bellezze, dei suoi vini, ovviamente legati a doppio filo all’Aglianico.Una varietà che Giuratrabocchetti ha spaziato in lungo e in largo e saputo interpretare nelle più svariate declinazioni.
Infatti, con la consulenza del prof. Luigi Moio, Giuratrabocchetti ha davvero sviscerato l’Aglianico nelle più recondite profondità e oggi lo propone addirittura in quattro etichette di rosso (tra cui il pluripremiato La Firma, vino di punta dell’azienda), un rosato fermo (Il Rogito) e uno spumante, Metodo Classico millesimato. Ma non è finita: La Raccolta è un bianco nel quale la varietà rossa è vinificata in bianco e sposata in uvaggio ad altra varietà a bacca bianca, con risultati a dir poco stupefacenti. D’altronde le vigne sono state piantate all’inizio come progetto di sperimentazione, valorizzando i diversi cinque migliori territori della zona, da Barile a Maschito, da Ginestra a Ripacandida e fino alla stessa Rionero. Che è ritenuta un po’ la capitale vinicola del Vulture ma, molto onestamente, Giurtrabocchetti fa notare che questo è avvenuto solo perché in passato la ferrovia l’aveva resa la piazza principale per il commercio del vino.
di Alberto Lupetti
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