I tappeti anatolici antichi
Un interessante viaggio tra i tappeti anatolici antichi annodati tra la fine del XIX e la prima decade del XX secolo, presentato sul blog di Morandi Tappeti.
In questi primi tappeti l’annodatore, all’atto di inserire la trama tra una fila di nodi e l’altra, ha deciso di cambiare il colore e formare così una Mirhab (una preghiera) al loro interno.
In questo modo anche un semplice annodatore di tappeti poteva celare dietro le trame dei tessuti messaggi profondi di carattere religioso, che in questo caso si ripetono per due volte: la prima volta in modo palese e leggibile dalla parte del vello, e la seconda nascosta all’interno della struttura stessa del tappeto.
Nel tappeto successivo siamo di fronte ad un esempio di preghiera anatolica dal rarissimo campo color verde chiaro, equilibrata e dalla finissima annodatura che presenta motivi di origine armena ed influenze karabagh. Il buono stato in cui questo tappeto si trova viene garantito grazie a degli interventi di restauro conservativo.
Infine, possiamo vedere come il tradizionale campo stretto incorniciato da un’ampia bordura, caratteristico delle preghiere di Melas, venga esasperato in questo tappeto fino a farlo sembrare anch’esso un disegno di bordura.
Splendide le bianche lane lucentissime, mentre la cornice a fondo azzurro sembra illuminare le parti nere e testa di moro consuntesi precocemente. L’ossido di ferro, usato per tingere le lane, se da un lato ha portato all’abbassamento del vello dall’altro ha dato luogo a delle particolarissime abrash.
Per vederne una rassegna più completa dei tappeti anatolici antichi visitate il blog di Morandi Tappeti.
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