Ispirazione blu in 4 proposte tra arte e design
La sfumatura di blu più brillante suggerita da architetture storiche (ed esotiche), opere d’arte famose e un pezzo di design iconico
Un percorso alla scoperta della “più perfetta espressione del blu” – come la definì il pittore francese Yves Klein, attraversando gli storici Giardini Majorelle di Marrakech. Un invito a conoscere il colore per usarlo nella trasformazione anche solo di una stanza. Su Ville&Casali di febbraio puoi ampliare il viaggio grazie al servizio dedicato al denim, il colore del tessuto più famoso al mondo, capace di dare vita a interni giovani e informali.
1. Giardini Majorelle
Il pittore francese Jacques Majorelle (1886-1962), figlio di un celebre designer di mobili, si stabilì a Marrakech nel 1919. Nel 1917 si recò in Marocco per problemi di salite e dopo due anni a Casablanca, si innamorò di Marrakech, dei suoi colori vivaci e della sua luce. La città divenne una continua fonte di ispirazione per il suo lavoro e nel 1923 decise di acquistare un terreno fuori dalle mura della Medina per realizzare un rigoglioso giardino all’interno del quale edificò una casa in stile marocchino.
Nel 1931, spinto dai nuovi stili architettonici, incaricò l’architetto Paul Sinoir di progettare una villa cubista all’interno del giardino che qualche anno dopo dipinse in una speciale tonalità di blu, sviluppata dall’artista ispirandosi alle piastrelle blu prevalenti nel sud del Marocco. Majorelle vendette la casa e il terreno negli anni 1950 e la proprietà cadde in rovina. Venne riscoperta negli anni 1980 dai designer Yves Saint Laurent e Pierre Bergé che la acquistarono con l’intento di salvarla: Yves Saint Laurent è morto nel 2008 e le sue ceneri sono state sparse proprio qui, nei Giardini Majorelle. Oggi il sito è una delle mete imperdibili per chi visita Marrakech.
2. Cobalt Coach House
A sud di Londra, a Peckham, uno dei quartieri più cool della città, lo studio Foils Architects ha ristrutturato una ex rimessa per carrozze e trasformata in abitazione. La casa, chiamata Cobalt Coach House, era stata progettata per ospitare carrozze con cavalli al piano terra e un appartamento al piano superiore. I lavori di trasformazione, quindi, hanno dovuto affrontare una serie di importanti modifiche dovute anche ala presenza di scale non conformi alle attuali norme edilizie.
Sono state rimosse tutte le pareti interne, a eccezione di una spina dorsale in muratura, quindi puntellati i pavimenti e il tetto mentre veniva installata una nuova struttura interna in acciaio. Il punto focale della ristruttazione è la nuova scala disegnata su misura e costruita in cinque parti prima di essere assemblata in loco. La scala, realizzata con fogli di compensato di betulla dello spessore di 24 mm, è stata assemblata da due falegnami. Una volta installata, la scala è stata dipinta in blu con una vernice dall’effetto trasparente che rivela le venature del legno sottostante. Un’idea contemporanea di utilizzo del blu non solo per oggetti o decori, ma per importanti parti strutturali.
3. Flowerpot by &Tradition
Il designer Verner Panton (1926-1998) è conosciuto in tutto il mondo per il suo lavoro d’avanguardia e per la sua prolifica sperimentazione con i materiali, le forme e, soprattutto, il colore. Nel corso della sua carriera ha sostenuto che il colore avesse un significato e una funzione centrali nel design e che dovesse essere usato come strumento per migliorare la vita quotidiana. Tra i suoi prodotti più noti, la lampada Flowerpot, disegnata nel 1968, segnò una rottura con le forme tradizionali e la sua capacità di esprimere emozioni positive ne fece uno degli oggetti simbolo del movimento giovanile “Flower Power”.
Oggi i numerosi modelli e colori della lampada, studiati dall’azienda &Tradition in stretta collaborazione con la famiglia Panton, decorano e caratterizzano interni pubblici e privati in tutto il mondo. Tra questi, il colore Blu Cobalto, uno degli ultimi proposti, è disponibile per tutta la gamma degli apparecchi compresa la versione decorata con il motivo a onde, riedizione di un design originale di Panton degli anni ’70.
4. Yves Klein
A partire dal puntinismo e dal divisionismo di Seurat, il colore smette di essere solo un mezzo per esprimere un concetto, diventando un vero e proprio oggetto di ricerca. Alla fine dell’Ottocento, il fervore culturale che caratterizzava Parigi spingeva gli artisti a interrogarsi su come le tonalità giustapposte potessero esaltarsi a vicenda, dando vita a nuove possibilità espressive. Questo interesse per il colore non ha mai smesso di affascinare i pittori, tanto che, a metà del secolo successivo, Yves Klein ha concentrato la sua intera ricerca artistica sulla creazione di un colore che fosse “la più perfetta espressione” del blu.
La sua ricerca, seppur breve (morì nel 1962 a soli 33 anni), si concentrò sulla creazione di nuove tonalità capaci di esprimere l’essenza del colore. Per Klein, non bastava mescolare nuance già esistenti, come il blu cobalto: il suo scopo era creare una tonalità completamente nuova, unica, che fosse in grado di rappresentare un’idea pura e perfetta del blu.
Un’altra sfumatura blu nell’arredamento, quella ispirata ai mitici jeans, la trovi su Ville&Casali di febbraio (in edicola) .
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