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Vetro soffiato: la magia di Bormioli
Ci sono vocazioni, come quella di Costantino Bormioli per il vetro soffiato, che hanno radici profonde, legate al territorio e, in particolare, a belle storie familiari.
Ad Altare, comune dell’entroterra savonese, conosciuto per l’attività e l’industria vetraria (secondo la tradizione introdotta da una comunità benedettina, che vi richiamò artigiani dal Nord della Francia), egli porta avanti con passione l’eredità paterna nella Bottega “I Vetri di Sandro Bormioli”.
Questo giovane uomo si è infatti formato con il padre Sandro, indimenticato maestro, e pioniere nel valorizzare le potenzialità artistiche di un vetro speciale, il Pyrex o borosilicato, nato nel 1913 per un utilizzo industriale, rivolto agli apparecchi chimici.
La novità delle forme in stile nordico da lui inventate, vasi e bottiglie, bicchieri e lampade, animali stilizzati, raggiunse nei tardi anni ’70 e nel decennio successivo il mondo del design milanese. Ne scaturì un sodalizio con l’architetto Dado Torrigiani, che diede visibilità a tali inconsueti, raffinati oggetti artistici in vetro soffiato.
Nel laboratorio fondato dal padre nel 1972, Costantino, da sempre attratto dalla magia del vetro, entra ben presto, apprendendone le tecniche e cimentandosi in proprie creazioni.
Alla scomparsa prematura di Sandro nel 2003, egli ne raccoglie l’eredità, continuando a realizzare oggetti storici, ma arricchendola con nuovi lavori, contrassegnati dalla sua peculiare sensibilità artistica, dal gusto della ricerca.
La tradizione del laboratorio, ad esempio, riguardava soprattutto il vetro trasparente, un perfetto esempio del quale sono gli eleganti calici da degustazione e i candelieri, che egli continua a produrre.
Dopo vari corsi ed esperienze finalizzate soprattutto al colore, l’artista comincia a sperimentare con successo tecniche più legate al cromatismo.
Fra le sue creazioni ci sono vasi, in cui le linee colorate richiamano la forza vitale che si diffonde dalle radici.
Vetro soffiato e colore in libertà
Se, ad esempio, le zucche decorative vengono dipinte in arancio o verde intenso con un luminoso smalto di produzione tedesca, il vetro colorato, che sta utilizzando con successo, permette di ottenere tinte più sfumate, e delicati effetti.
Così, nella serie dei porta profumo, le linee morbide e sinuose delle bottiglie dalle varie forme, vengono esaltate da fantasiosi, pregnanti motivi cromatici.
È incredibile la maestria di Costantino (non a caso un altro importante aspetto della sua attività sono i corsi di soffiatura del vetro) nel dare vita anche al più piccolo oggetto, che egli sa trasformare in un’aerea, danzante scultura.
Alcune creazioni si legano ad eventi particolari, come le sfere natalizie, impreziosite da disegni fatti in fusione a mano libera sulla porzione di tubo di vetro, da cui soffiando si estrae la pallina.
Dopo avere tracciato i soggetti in tema, Costantino li picchietta di colore per riempire gli spazi; seguono 10 ore di cottura in forno, prima che le trasparenti sfere possano essere chiuse con il gancetto, per poi risplendere di mille riflessi sull’albero di Natale.
A cura di CLAUDIA SUGLIANO
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